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Tecnologia. Energy community? Oggi si può

Alessandro Polli – Settembre 14, 2018

La tecnologia blockchain assumerà un ruolo centrale nella gestione delle risorse energetiche, per il crescente volume di energia elettrica prodotta in impianti residenziali da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, e la conseguente rapida trasformazione del mercato elettrico.

La diffusione di impianti residenziali crea problemi particolari per il dispacciamento: con la produzione centralizzata è sufficiente coordinare un numero limitato di grandi produttori, mentre la generazione distribuita richiede sistemi di automazione software capillari e complessi, quali le smart grid.

L’energia prodotta in impianti residenziali difficilmente può essere integrata nel tradizionale mercato all’ingrosso dell’elettricità, pensato per un numero ristretto di grandi produttori. Inoltre, la coesistenza di grandi e piccoli impianti crea un problema di stabilità della rete nel suo complesso.

Questo il principale motivo per cui la blockchain, che consente di registrare in maniera sicura un vasto numero di microtransazioni, assume importanza fondamentale.

Infatti, la blockchain, come chiarisce E.ON., «consente alle controparti di effettuare direttamente e in pochi secondi operazioni che di solito richiedono un intermediario centrale. Grazie al trading diretto, che non richiede il coinvolgimento di terze parti, anche i costi di acquisto dell’energia elettrica diminuiscono. Una riduzione dei costi di cui in futuro beneficeranno i clienti».

In Italia esistono alcune sperimentazioni di integrazione delle blockchain nelle nuove reti intelligenti di dispacciamento locale, tra le quali la più interessante è Prosumer Chain di Estra, progetto nato in collaborazione con Apio, azienda attiva nel Internet of Things.

L’aspetto innovativo di Prosumer Chain è il recupero del concetto originario di token nella blockchain e il suo adattamento al contesto energetico. Ogni utente collegato alla blockchain, infatti, è titolare di un wallet in cui accumula energy token, cioè una criptovaluta il cui valore è corrispondente al kW/h di un contratto energetico tradizionale.

E qui veniamo all’idea più interessante. L’utente della rete è premiato se in momenti di picco energetico spenge uno o più elettrodomestici, garantendo così maggiore efficienza e stabilità alla rete. In sostanza, quella che si crea è una energy community dove gli scambi tra i diversi prosumer della rete sono gestiti in maniera automatica da una piattaforma blockchain, come previsto anche dalla direttiva Clean Energy Package dell’Unione europea.

Fonte: Estra

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