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Intelligenza artificiale. Cyberspazio, parte la corsa al riarmo

Alessandro Polli – Dicembre 16, 2017

L’intelligenza artificiale ha già fatto il suo ingresso nel territorio della cybersecurity, sotto forma di algoritmi di machine learning per l’individuazione dei malware e la valutazione della severità degli attacchi alle infrastrutture informatiche. L’automazione della cybersecurity, grazie all’IA, può garantire una copertura continuativa per molti dei compiti più ripetitivi svolti oggi da operatori umani, fornendo così una temporanea soluzione alla scarsità di esperti nel settore della sicurezza informatica, dove – secondo un report recentemente pubblicato dall’ISACA-Information Systems Audit and Control Association, l’associazione che dal 1969 certifica gli standard industriali dei sistemi informativi – da qui al 2019 nel mondo mancheranno all’appello almeno due milioni di professionisti.

Lo shortage di figure professionali nel comparto della sicurezza informatica è particolarmente allarmante, in quanto si verifica in un contesto in cui il rischio di attacchi informatici supportati dall’IA è in costante ascesa, considerato che algoritmi, strumenti e competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale sono facilmente accessibili da parte dei potenziali hacker, le cui violazioni ai sistemi informatici sono destinate a diventare sempre più aggressive e veloci. Nel prossimo futuro, quindi, si diffonderanno attacchi sempre più rapidi, agili ed estesi, rendendo indispensabili presidi di difesa a loro volta supportati dall’IA, in una rincorsa senza fine tra strumenti di offesa sempre più «intelligenti» e strumenti di difesa sempre più potenti.

Il leitmotiv in molte discussioni connesse all’intelligenza artificiale è la paura, sia quella connessa al cambiamento che l’IA introdurrà nelle nostre vite, sia quell’istinto primario di sopravvivenza legato alla temuta apparizione di robot senza anima che potrebbero annullare la nostra civilizzazione. Secondo Dodu Mimran, chief technical officer degli israeliani Telekom Innovation Laboratories, nella valutazione dei rischi e delle opportunità, il breve periodo deve essere tenuto distinto da orizzonti temporali più lunghi. Nel breve periodo, infatti, il principale elemento di preoccupazione è connesso alla sicurezza dei dati personali, in quanto principale bersaglio dei cyberattacchi, mentre nel medio-lungo termine le nuove tecnologie basate sull’IA sono destinate ad avere impatti difficilmente prevedibili sullo stesso sistema produttivo e sul mercato del lavoro, mentre la sicurezza informatica potrebbe essere destinata a passare in secondo piano.

Fonte: Oecd Forum