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Tecnologia. Urban Cloud, metafora digitale delle Smart Cities

Alessandro Polli  |  Gennaio 6, 2018

Il concetto di città intelligente – o smart city, la terminologia inglese correntemente adottata – inizia a diffondersi nella seconda metà del decennio scorso per indicare l’utilizzo diffuso e pervasivo di tecnologie dell’informazione per soddisfare i bisogni della comunità locale (Deakin 2013). Definizione onnicomprensiva e quindi oltremodo vaga, mentre quella fornita dallo Smart Cities Council, secondo cui «la smart city è quella in cui la tecnologia è incorporata in tutte le funzioni urbane», è indubbiamente più chiara.

Quindi una smart city – a qualunque livello si collochi, dalla comunità, ad un distretto produttivo, un agglomerato urbano o una intera regione amministrativa – si qualifica per l’adozione di tecnologie dell’informazione finalizzate a rendere più efficiente l’utilizzo delle infrastrutture fisiche; promuovere la sostenibilità ambientale; coinvolgere la comunità locale nel processo decisionale dell’apparato politico-amministrativo; aumentare la capacità di risposta e la resilienza del sistema urbano.

Già oggi la diffusione degli smartphone, della sensoristica e dei dispositivi Internet of Things consentono la raccolta di un’ingente molte di informazioni, prevalentemente non strutturate, sulle dinamiche di mobilità, sul consumo energetico, sulle attività di consumo e produzione di gran parte della popolazione urbana. Dunque l’attuazione concreta del concetto di città intelligente comporta la raccolta, la gestione e l’analisi di tali enormi flussi informativi.

Da qui la nascita di un concetto innovativo, che racchiude in sé la sintesi del processo di convergenza fra ambiti e discipline – urbanistica, architettura, economia dei trasporti, sostenibilità ambientale, rappresentanza politica a livello locale, collegate su un piano logico ma assai lontane tra loro dal punto di vista scientifico e accademico − lo Urban Cloud.

Il termine di Urban Cloud si riferisce ad una particolare rappresentazione dello spazio urbano. Secondo Alberto Muritano, CEO di Posytron, «le città possono essere rappresentate come Urban Cloud, cioè nuvole di oggetti, persone e servizi che interagiscono con i cittadini e la PA».

Lo Urban Cloud è il trend emergente del 2018 in tema di smart city secondo il report recentemente diffuso da IHS Markit, società di consulenza globale in materia di soluzioni tecnologiche di base a Londra. Secondo il rapporto, tutto il mercato che orbita attorno alle smart cities subirà una drastica accelerazione nell’anno in corso, considerato che tra settembre 2016 e settembre 2017 i progetti correlati si sono incrementati del 64%, anche se una frazione significativa è rappresentata da sperimentazioni.

Tra le principali aree coinvolte l’illuminazione urbana intelligente − attivata con successo a San Diego CA – e l’attivazione di reti dedicate all’Internet of Things, quali le reti NB-IoT − recentemente attivate nei Paesi Bassi e in Irlanda − e LTE Cat-M1, che già oggi coprono tutto il territorio degli Stati Uniti.

Nel complesso, secondo uno studio pubblicato da GrowthEnabler nell’aprile dello scorso anno, il mercato associato alle smart cities si attesterebbe su un valore stimato di 1.300 miliardi di dollari, di cui circa un terzo, 340 miliardi di dollari, rappresentato dalle soluzioni per l’Internet of Things.

Fonte: Key4Biz