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Scenari. La Cina verso la leadership tecnologica

Alessandro Polli – Agosto 30, 2018

In un articolo pubblicato due giorni fa da Trigkas e Feng su The Diplomat, si afferma che la guerra dei dazi voluta da Trump contro la Cina è destinata a fallire, essenzialmente perché gli americani sovrastimano gli effetti di una guerra commerciale sull’economia cinese, in particolare sul suo debito pubblico.

Alla base della mossa di Trump, si legge nell’articolo, vi è la convinzione di un imminente collasso dell’economia cinese. Ma tale convinzione è erronea, in quanto non supportata da sufficienti informazioni sui fondamentali dell’economia cinese.

Un esempio valga per tutti: la Cina è leader mondiale nelle transazioni cashless, con un comparto fintech dieci volte più grande di quello degli Stati Uniti. Tanto per comprenderne l’ordine di grandezza, prosegue l’articolo, Ant Financial, il braccio fintech di Alibaba, «controlla il più grande fondo monetario del mondo, ha gestito più pagamenti di MasterCard nel 2017 e ha completato oltre 8 trilioni di dollari di transazioni tramite la sua piattaforma di pagamenti online solo lo scorso anno».

Quindi, una delle possibili chiavi di lettura della recente guerra commerciale innescata da Trump, a parte il tentativo di ostacolare la rapida ascesa della Cina come attore geopolitico globale, è il timore di un sorpasso tecnologico cinese sugli Stati Uniti.

Il piano strategico “Made in China 2025”, per esempio, intende ridurre la dipendenza tecnologica cinese dagli Stati Uniti, limitando il ricorso alla componentistica e alla proprietà intellettuale americana nelle catene di fornitura e aumentando il ricorso a componentistica di produzione interna (del 40{f33cce34ec76e5ffd44d481e19246886bb23ee3908ad6472e3627d7ab1441a2f} entro il 2020 e del 70{f33cce34ec76e5ffd44d481e19246886bb23ee3908ad6472e3627d7ab1441a2f} entro il 2025) o comunque di produzione non americana (Europa, Giappone, Corea del Sud, Taiwan).

La Cina, secondo molti osservatori, potrebbe assumere entro il 2025 la leadership mondiale in settori strategici come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things e le auto a guida autonoma, mentre ridurre la dipendenza tecnologica nei comparti dei semiconduttori, apparati per semiconduttori e aerospaziale potrebbe rivelarsi molto più complesso.

È per tale motivo che 150 dei 300 miliardi di dollari di investimenti previsti dal piano strategico sono destinati a potenziare il settore dei semiconduttori, dove la Cina è già presente con Huawei, tramite la controllata HiSilicon, al settimo posto mondiale per fatturato.

Nella cornice descritta, la guerra dei dazi di Trump potrebbe provocare effetti opposti, rispetto a quelli perseguiti dalla amministrazione americana. L’accelerazione del processo di riduzione della dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti, per esempio.

Fonte: CorCom

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