Si diffondono crescenti preoccupazioni sull’impatto dell’innovazione per il sistema socioeconomico. Le sfide per la politica dell’innovazione

La crescente diffusione dell’automazione e di applicazioni IA sempre più evolute è stata oggetto negli ultimi anni di un ampio dibattito. In particolare, a partire dal contributo seminale di Brynjolfsson e McAfee (“The Second Machine Age” è del 2013) si sono diffuse crescenti preoccupazioni sull’impatto dell’innovazione per la tenuta degli attuali equilibri del sistema socioeconomico.

Gli attori della politica dell’innovazione devono ancora rispondere a cinque domande. In primo luogo, è ancora irrisolta la questione su come sia possibile migliorare l’utilizzo – e soprattutto la qualità − dell’informazione statistica per fotografare l’attuale ecosistema dell’innovazione e supportare le relative politiche. Una possibile soluzione potrebbe provenire dall’integrazione dell’informazione statistica tradizionale con quella desumibile dai social network, ma tempi, modi e finalità sono un puzzle di difficile composizione.

La seconda questione aperta riguarda l’automazione e l’IA, in quanto non è ancora chiaro come governare il processo di diffusione dell’innovazione affinché conduca a creare posti di lavoro di migliore qualità, piuttosto che ad eliminarli tout court. Politici ed economisti sembrerebbero abbastanza concordi nel suggerire politiche redistributive, ma la sensazione è che nel complesso brancolino nel buio.

La terza questione riguarda la crescita dell’economia. Alcuni studi hanno evidenziato che il processo di diffusione dell’innovazione spesso non procede allo stesso passo in tutti i settori economici, che quindi beneficiano in maniera disomogenea degli incrementi di produttività connessi all’introduzione delle nuove tecnologie. Nasce quindi l’esigenza di attenuare il crescente divario di produttività tra settori tecnologicamente di punta e settori tradizionali dell’economia, ma di nuovo tempi e modalità sono un puzzle.

Ancora, ci si domanda se la diffusione delle nuove tecnologie richieda un nuovo approccio alla regolamentazione. La politica deve affrontare il difficile compito di individuare strumenti di regolamentazione flessibili − per non ostacolare la creazione di nuove attività − ma sufficientemente rigorosi per proteggere I diritti dei consumatori e, al contempo, premiare l’innovazione garantendo una equa competizione.

L’ultima questione aperta riguarda l’efficacia dei programmi pubblici di investimento nelle nuove tecnologie. Infatti, solo nell’Unione europea si spendono a questo scopo 152 miliardi di euro l’anno, ma l’efficacia di questi programmi non è sufficientemente comprovata. Questo immane fiume di risorse potrebbe forse determinare maggiori benefici per il sistema economico, ma non è chiaro come e entro quanto tempo.

Di queste e delle altre sfide poste dalla diffusione delle nuove rivoluzionarie tecnologie si parlerà il 13 e 14 giugno a Barcellona, in occasione del IGL2017 Global Conference, l’evento organizzato dall’Innovation Growth Lab di Nesta – fondazione inglese attiva nel campo dell’innovazione digitale – e giunto alla sua seconda edizione.

Fonte: nesta