Il tool di risk assessment dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) (https://www.sicurezzait.gov.it/cyber/) è stato scelto per l’analisi della sicurezza della European Blockchain Services Infrastructure (EBSI). Lo strumento di risk assessment messo a punto dall’Agid per le pubbliche amministrazioni dovrà eseguire l’analisi del rischio informatico dell’infrastruttura pan-europea dedicata ai servizi di Blockchain e sui servizi che operano su di essa. Per la Commissione Europea, infatti, la tecnologia blockchain, ha da una parte l’enorme potenziale di migliorare il modo in cui i cittadini, i governi e le imprese interagiscono gli uni con gli altri, dall’altra il pregio di aumentare notevolmente la fiducia fra le varie parti con l’incremento dell’efficienza delle operazioni.

La Tecnologia Blockchain, l’EBS e l’EBSI

La nascita dell’European Blockchain Service Infrastructure  (https://ec.europa.eu/cefdigital/wiki/display/CEFDIGITAL/EBSI) è stata annunciata dall’Unione Europea alla fine di agosto del 2019. Più specificamente EBSI è un progetto, condiviso della Commissione Europea e della European Blockchain Partnership (EBS), che ha come fine quello di realizzare una vasta gamma di servizi pubblici utilizzando le caratteristiche innovative della tecnologia blockchain. La blockchain, lo ricordiamo, è la tecnologia che permette di usufruire di un database distribuito (situato contemporaneamente su più computer/server che sono perfettamente sincronizzati sugli stessi documenti) per la gestione di transazioni condivisibili tra più “blocchi” di una catena. In altre parole, si tratta di un database organizzato in blocchi (block) appartenenti ad una catena (chain) che li collega tra loro in modo tale che ogni transazione avviata al suo interno possa essere riconosciuta e verificata dalla rete stessa. Ogni blocco di questa catena deve monitorare e validare i movimenti che lo riguardano al fine di creare una rete che assicuri la tracciabilità di tutte le transazioni. A sua volta, poi, il blocco è anche un archivio di tutte le transazioni che lo hanno coinvolto e presenta, dunque, uno storico che per sua natura è immodificabile e, di conseguenza, immutabile. In ultimo, ma non per importanza, la blockchain utilizza strumenti crittografici, così da garantire la massima sicurezza di ogni transazione.

In questo contesto, l’EBS rappresenta una iniziativa nata nel 2018 alla quale oggi partecipano attivamente 29 Paesi (tra cui anche l’Italia), compresi quelli non membri dell’Unione ma appartenenti allo spazio economico europeo. L’obiettivo del gruppo è quello di identificare servizi transfrontalieri digitali sempre più idonei, che dovranno diventare sempre più fruibili e performanti attraverso l’infrastruttura europea dei servizi blockchain che è fondata su un modello di governance condiviso. Per il raggiungimento di questo scopo, il partenariato si impegna costantemente affinché i Paesi possano collaborare nella maniera migliore possibile per lo scambio e la condivisione di esperienze positive ed expertise tecniche e giuridiche, al fine di creare e mantenere – per il settore pubblico e privato – degli standard tecnologici unici per tutta l’Europa, che siano in linea con i piani del “Digital Single Market”, (https://eufordigital.eu/discover-eu/eu-digital-single-market/) e posti come base per l’infrastruttura europea dei servizi blockchain appunto l’EBSI.

In quest’ottica, l’ambizione nonché lo scopo ultimo dell’infrastruttura EBSI è di realizzare, promuovere e diffondere un ampio spettro di servizi pubblici creati a partire dalla tecnologia Blockchain per consentire la condivisione e la sicurezza di informazioni come, ad esempio, dati doganali e fiscali dell’Ue, documenti di audit di progetti finanziati, certificazioni transfrontaliere, diplomi, qualifiche professionali e identità digitali (eIDAS).

Non è un caso che Mariya Gabriel, Commissioner for Digital Economy and Society, in occasione dell’annuncio della presentazione della EBSI, abbia osservato come “tutti i servizi pubblici in futuro potranno utilizzare la tecnologia Blockchain, intesa come una grande opportunità per l’Europa e per gli Stati membri”. Per il Commissario con questa innovazione “è arrivato il momento di ripensare ai sistemi informativi, per disporre di soluzioni che permettano di aumentare la fiducia dei cittadini e di garantire in misura migliore la protezione dei dati personali”. A conclusione dell’intervento, il rappresentante UE si è soffermato sulle ricadute positive che potrebbero derivare dall’uso di questa tecnologia. La blockchain infatti “può contribuire a creare nuove opportunità di business e stabilire nuove modalità di relazione a vantaggio dei cittadini, dei servizi pubblici e delle imprese”. 

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