Sono almeno quattro le aree in cui l’intelligenza artificiale cambierà le regole del gioco nel marketing, nella ricerca di mercato e nel retail.

Innanzitutto una buona notizia: non dobbiamo cestinare il Kotler. Anzi, la diffusione dell’intelligenza artificiale nel settore del marketing dischiuderà infinite nuove possibilità. Come sottolinea Phrasee, società inglese specializzata nelle applicazioni IA per il digital marketing, vincitrice di numerosi premi tra cui l’UK Business Awards 2016, sono almeno quattro le aree di attività in cui l’intelligenza artificiale cambierà le regole del gioco.

Comunicazione. Partiamo dall’incubo degli addetti al marketing: la redazione di proposte commerciali e email efficaci. È arcinoto che le lettere buone per tutti non funzionano. Infatti, osserva nel suo blog Alessandro Scuratti, specialista di content marketing, «la comunicazione efficace – la sola capace di influenzare le scelte altrui – è sempre ritagliata su un destinatario specifico». La parola chiave quindi è personalizzazione del messaggio. L’introduzione di algoritmi IA facilita enormemente il processo. Già oggi le email generate da algoritmi di IA (come quello adottato da Phrasee) ottengono tassi di risposta molto superiori a quelle scritte da operatori fisici. Il motivo è semplice: nella redazione di un contenuto, un algoritmo IA prende in considerazione centinaia di fattori, con l’obiettivo di massimizzare il tasso di risposta. E lo fa alla velocità della luce.

Commercio al dettaglio. La diffusione dell’intelligenza artificiale (ne abbiamo parlato qui) apporterà enormi vantaggi sia ai venditori sia ai consumatori, snellendo i processi di vendita e rendendo l’acquisto online simile all’acquisto in un punto vendita fisico. Gli algoritmi di IA analizzano, rispondono e spesso anticipano le domande e i comportamenti dei consumatori. Inoltre apprendono dai comportamenti di acquisto. I suggerimenti di acquisto di Amazon, per esempio, sono alla base di oltre un terzo delle vendite del gigante del commercio online.

Big data. Sebbene siano una presenza ormai consolidata nel marketing, la loro mole ne ostacola un pieno utilizzo da parte degli operatori, per lo meno quelli umani. Quindi non è possibile sfruttarne appieno il potenziale. Gli algoritmi di IA si dimostrano più efficienti nell’estrazione di informazioni strutturate, con riferimento a bisogni, abitudini, preferenze e comportamenti del consumatore, e nell’identificazione dei trend. Tali informazioni si dimostreranno preziose per migliorare le caratteristiche di prodotti e servizi, spesso in tempo reale.

Consumer experience. L’intelligenza artificiale faciliterà enormemente l’individuazione di strategie di marketing da parte dell’impresa. Inoltre, l’IA può influenzare in tempo reale la consumer experience, una possibilità impensabile per un operatore in carne ed ossa. Ad esempio la 1-800-Flowers, società statunitense di vendita al dettaglio e all’ingrosso di fiori e alimentari gourmet, già oggi utilizza l’intelligenza artificiale per aiutare i compratori online a scegliere prodotti o a trovare il regalo perfetto. L’algoritmo inoltre individua, sulla base dei dati raccolti, i trend emergenti, migliorando costantemente le performance di vendita. In sintesi, non soltanto fornisce al cliente un servizio rapido ed efficiente, ma incrementa le vendite e permette di tagliare sui costi del personale.

Tutto qui? Questo è solo l’inizio. Amazon ha infatti reso disponibile come risorsa open source per gli sviluppatori DSSTNE (si pronuncia “destiny” e sta per Deep Scalable Sparse Tensor Network Engine), la libreria di deep learning che genera i suggerimenti di acquisto sul suo sito web.

La rivoluzione è dietro l’angolo, cosa state aspettando?

Fonte: phrasee