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Big data. Firenze sperimenta i call details record

Alessandro Polli – Ottobre 11, 2018

L’avvento dei big data sta rivoluzionando l’informazione statistica ufficiale, in quanto permette di conseguire un’elevatissima granularità e tempestività del dato, un obiettivo proibitivo per le fonti statistiche tradizionali.

Un interessante caso di utilizzo dei big data è quello che si sta attualmente sperimentando a Firenze.

In generale, tutte le città d’arte, sono costrette a dimensionare infrastrutture e servizi senza avere una misura aggiornata del bacino di utenza. Infatti, nelle città d’arte il dato delle presenze è fortemente variabile nel tempo, essendo composto non soltanto da residenti, pendolari e turisti, ma anche dai c.d. city user non sistematici, cioè tutti coloro che si recano in città per motivi diversi da studio, lavoro o turismo.

Le fonti statistiche tradizionali comprendono l’anagrafe, cioè il registro amministrativo comunale della popolazione residente. Inoltre, il Censimento generale e alcune banche dati amministrative forniscono stime sugli utilizzatori sistematici, prevalentemente pendolari per motivi di studio o lavoro. Infine, i flussi turistici sono oggetto delle rilevazione Istat su presenze e arrivi turistici.

Tuttavia, le fonti tradizionali non sono in grado di tracciare molti movimenti (studenti e lavoratori fuori sede, per esempio), né le presenze turistiche che non si avvalgono delle strutture ricettive classiche, ma di B&B e appartamenti in affitto temporaneo, usualmente prenotati attraverso piattaforme web (Airbnb, Booking). Inoltre, non esiste una rilevazione ad hoc per i city user non sistematici.

In sintesi, il rischio è che in assenza di stime attendibili circa il bacino di utenza, il dimensionamento di infrastrutture e servizi potrebbe risultare carente o, al contrario, eccessivo, con intuibili costi in termini di congestione o di sottoutilizzo.

Il Comune di Firenze ha quindi deciso di utilizzare i c.d. Call Details Record, cioè i dati del traffico telefonico raccolti dai principali gestori del servizio di telefonia mobile (Tim e Vodafone), aggregati e resi anonimi al fine di preservare la privacy degli utenti. I dati così raccolti hanno consentito di tracciare un quadro dettagliato, sia a livello spaziale, sia temporale, delle presenze sul territorio, con risultati spesso sorprendenti.

Per esempio, sulla base dei dati raccolti tra maggio e settembre 2016, la popolazione presente nel solo centro di Firenze era superiore dell’80{f33cce34ec76e5ffd44d481e19246886bb23ee3908ad6472e3627d7ab1441a2f} rispetto a quella rilevata dalle statistiche ufficiali, mentre i visitatori che hanno pernottato a Firenze sono stati quasi 15 milioni, cioè 5,4 milioni in più rispetto a quelli stimati dall’Istat.

Fonte: Agenda Digitale

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