Nella storia delle tecnologie di comunicazione digitale, Skype rappresenta sicuramente un punto di svolta epocale.
Fondato nel 2003 da Niklas Zennström e Janus Friis, Skype introdusse per la prima volta l’uso diffuso della VoIP (Voice over IP) per l’utenza consumer. Fu un colpo di genio tecnico e culturale poiché ha permesso di abbattere i costi delle telefonate tradizionali sfruttando l’infrastruttura internet globale.
Nel 2005 fu acquistato da eBay e successivamente da Microsoft, nel 2011, con l’ambizione di integrarlo nell’ecosistema Windows e sostituire Messenger.
Per un decennio, Skype è stato sinonimo di:
• chiamate gratuite internazionali,
• prime esperienze di smart working e conference call,
• uso in ambito scolastico e familiare, in particolare nelle relazioni a distanza.
Tuttavia, nonostante i tentativi di evoluzione (app mobile, redesign, integrazione con Outlook), Skype ha perso rapidamente terreno, non riuscendo a restare al passo con la crescita dei dispositivi mobile e delle app più leggere e flessibili (come WhatsApp, FaceTime, Messenger); un’altra difficoltà si è presentata durante la pandemia, con l’arrivo di Zoom che poteva vantare un’interfaccia più agile per meeting professionali; la rapidissima ascesa di Microsoft Teams, infine, ha letteralmente cannibalizzato Skype for Business nel mondo enterprise.
Nel 2024, Skype è ancora online, ma con un ruolo veramente marginale.
I problemi tecnici riscontrati qualche giorno prima della chiusura annunciata da molti utenti globali hanno riacceso la conversazione riguardo le difficoltà tecniche di Skype che, con un black-out momentaneo probabilmente legato a servizi Microsoft, aveva smesso di funzionare: niente chiamate, nessuna sincronizzazione, che risuonavano quasi come un’eco del passato.
Microsoft ha progressivamente sostituito Skype for Business con Microsoft Teams. Questo passaggio è stato ufficializzato già nel 2021 per la versione business, mentre Skype “classico” per utenti consumer è ancora disponibile, anche se non più al centro delle strategie Microsoft.
Cosa succede a chi usava Skype for Business?
Microsoft consiglia naturalmente di migrare a Microsoft Teams, attraverso pochi semplici passaggi:
- Valutare l’infrastruttura esistente: verificare licenze, dispositivi, utenti attivi.
- Formare gli utenti: Microsoft offre corsi, guide, e materiale per il passaggio.
- Attivare Teams in modalità coesistenza (per aziende): consente agli utenti di usare temporaneamente sia Skype for Business che Teams.
- Pianificare il cut-over: fissare una data in cui Teams diventerà l’unico strumento.
- Chiudere Skype for Business: disattivazione definitiva e supporto agli utenti.
Quali sono le alternative a Skype se si esclude Teams?
- Zoom: semplice e diffuso per videochiamate.
- Google Meet: integrato con Google Calendar.
- WhatsApp o Telegram: per chiamate rapide da mobile.
- Discord: molto usato anche per team di lavoro o comunità online.
Con un po’ di commozione ci congediamo quindi da Skype, che non è più l’epicentro della comunicazione digitale, ma ha spianato la strada a tutto ciò che oggi diamo per scontato: dalla call su Teams, alle lezioni su Meet, fino all’assistenza clienti via Zoom.