
Valerio Spagnoli
In che modo la tua partecipazione alla RoboCup 2025 contribuisce al tuo percorso accademico e professionale?
La mia partecipazione alla RoboCup 2025 rappresenta un contributo fondamentale al mio sviluppo accademico e alla mia crescita professionale. Dal punto di vista accademico, questo progetto mi ha permesso di applicare concretamente le teorie apprese durante il percorso universitario, trasformando conoscenze astratte in competenze pratiche nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale. Tale esperienza ha arricchito il mio bagaglio formativo con competenze tecniche specializzate che completano efficacemente il curriculum teorico.
Per quanto riguarda l’ambito professionale, la RoboCup ha rappresentato un’opportunità unica per sviluppare soft skills essenziali come la capacità di lavorare in team multidisciplinari e le competenze organizzative nella gestione di progetti complessi. L’affrontare sfide tecniche impegnative e scenari imprevisti ha inoltre potenziato le mie abilità di problem-solving creativo e innovazione, qualità altamente ricercate nel mercato del lavoro tecnologico.
Questa esperienza costituisce quindi un ponte strategico tra formazione accademica e mondo professionale, preparandomi ad affrontare con maggiore competenza e sicurezza le future sfide lavorative nel settore tecnologico.
In che modo l’AI è coinvolta nell’implementazione del robot NAO durante la competizione?
Tutte le componenti del codice che viene utilizzato sui robot NAO può essere considerato Intelligenza Artificiale. La percezione della palla, il riconoscimento degli ostacoli e gli algoritmi di localizzazione sono solo alcuni degli esempi che si possono fare a riguardo.
Come ti immagini il futuro con l’AI nei prossimi 5 anni?
Ritengo che l’Intelligenza Artificiale sia destinata a una diffusione capillare che supererà di gran lunga l’attuale livello di adozione. Mentre oggi l’IA è principalmente associata agli assistenti conversazionali come ChatGPT e Gemini, prevedo una sua integrazione pervasiva negli oggetti e nei sistemi che caratterizzano la nostra quotidianità. Smartphone, automobili, elettrodomestici e dispositivi domestici incorporeranno sempre più funzionalità intelligenti, rendendo l’IA una presenza invisibile ma costante nelle nostre vite.
Particolare impulso a questa trasformazione sarà dato dall’evoluzione dei sistemi embedded e dell’Internet of Things (IoT), settori che rappresentano il vero terreno di crescita per l’intelligenza artificiale del futuro, che sarà molto più simile ad ecosistema tecnologico interconnesso e intelligente, rispetto ad applicazioni stand-alone.
L’AI oggi raccoglie opinioni controverse, le persone hanno paura di ciò che non conoscono e tendono a chiudersi sulle nuove frontiere: cosa risponderesti a chi ha paura dell’AI?
I ChatBot come ChatGPT e Gemini si basano su sofisticati modelli di calcolo predittivo che operano attraverso meccanismi statistici ben definiti. Questi sistemi vengono addestrati su enormi quantità di dati testuali – nei casi più avanzati sull’intera porzione testuale di Internet – acquisendo così una comprensione statistica dei pattern linguistici e delle relazioni semantiche.
Il loro funzionamento segue un principio relativamente semplice: data una sequenza di parole in input, il modello calcola la probabilità di ogni possibile parola successiva basandosi sul contesto precedente. Questo processo viene iterato per ogni token generato, creando risposte che appaiono fluide e contestualmente appropriate.
È importante comprendere che, nonostante l’apparente sofisticatezza delle loro risposte, questi sistemi rimangono fondamentalmente modelli probabilistici. Non possiedono una vera comprensione semantica né coscienza: generano testo predicendo statisticamente la sequenza più probabile di parole dato un determinato contesto. La loro efficacia deriva dalla vastità dei dati di addestramento e dalla complessità dell’architettura computazionale, non da processi “magici” o da una reale intelligenza.