APPALTI SOSTENIBILI E RESPONSABILITÀ D’IMPRESA: LA NUOVA ERA DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI
A cura di Patrizia Latini
Studio ReImagineYourLife, lastanzadelleparole@reimagineyourlife.it
“La sostenibilità non è solo ambientale. È strategica.” Questo principio guida la rivoluzione degli appalti pubblici in Italia, dove il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) trasforma radicalmente il ruolo delle imprese1. L’articolo 57 del Codice stabilisce l’obbligo di inserire nei bandi i Criteri Ambientali Minimi (CAM) e clausole sociali, spingendo le aziende verso pratiche virtuose e standard ESG sempre più stringenti. “La sostenibilità non è un’opzione. È la condizione per restare competitivi.”
Le imprese devono innovarsi integrando processi e certificazioni che rispondano alle nuove esigenze normative. Il mancato rispetto dei CAM può comportare l’esclusione dalla gara, mentre il loro rispetto viene premiato con punteggi tecnici aggiuntivi. Questo non rappresenta solo compliance, ma un vantaggio competitivo concreto che migliora reputazione e performance aziendali.
Il ruolo strategico delle imprese nella transizione ecologica si concretizza attraverso la partecipazione a gare con approccio sostenibile, contribuendo a un’economia circolare e riducendo l’impatto ambientale 1. La Pubblica Amministrazione utilizza la leva degli appalti per promuovere comportamenti virtuosi, premiando progetti che integrano soluzioni eco-sostenibili e favoriscono l’inclusione sociale.
Ogni azienda può fare la differenza adottando pratiche responsabili, scegliendo fornitori sostenibili e sensibilizzando i collaboratori. La sostenibilità diventa così un valore condiviso e un motore di crescita per tutta la comunità.
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